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Questa bella quanto non comune farfalla appartiene alla famiglia dei Papilionidae (come i più noti Macaone e Podalirio).
Per poterla osservare da vicino è stato necessario fare qualche ricerca, a causa della sua distribuzione che pur essendo ben segnalata in liguria è osservabile in aereali molto ristretti.
Dobbiamo rendere merito per la ricerca alla nostra amica Nicoletta, che ha trovato un interessante sito per questo tipo di osservazione.
Questo lepidottero in Italia è assente solo in sardegna, mentre nel resto del territorio è presente con colonie ristrette e come già detto localizzate.
Nel seguire le varie fasi di vita dell’insetto ci siamo resi conto del rischio che corre!! I posti di maggiore diffusione ci sono sembrati essere i fondovalle, che sono i più colonizzati dall’uomo (coltivazioni e costruzioni) ed inoltre la caratteristica fisiologica, generazione unica e dipendenza dalla pianta nutrice dei bruchi (genere aristolochia) che spesso viene debellata dai campi, mettono questo splendido soggetto in vero pericolo.
Ci siamo spiegati anche l’alto livello di protezione di cui gode, non solo la direttiva 92/43 CEE del 92 allegato IV(direttiva habitat) ma anche Convenzione di Berna e normativa CORINE.
Non è molto osservata forse perché molto precoce, vola tra la metà di aprile e i primi di maggio e lo fa per un periodo molto breve al massimo una quindicina di giorni con sole pieno e preferibilmente al mattino.
Tornando alla nostra esperienza, molto interessante, abbiamo chiaramente dovuto fare diversi appostamenti per cogliere tutte la fasi del suo ciclo.
Ci siamo recati nel luogo dove erano in volo diversi soggetti e con pazienza, scattando qualche foto, abbiamo finalmente avvistato un accoppiamento che siamo riusciti a documentare.
Il lungo appostamento ci ha permesso di osservare che altri esemplari erano intenti a volteggiare curiosamente in prossimità delle piante di aristolochia, guardando meglio ci siamo accorti che avevamo la fortuna di assistere alla deposizione delle uova.
La farfalla ha deposto le uova in gruppetti di alcune unità per foglia e questo naturalmente per diverse piante nell’area presa in esame.
A questo punto abbiamo capito che se ci fossimo documentati sui tempi di incubazione dell’uovo avremmo potuto fotografare anche il bruco. Il tempo trascorso tra quel giorno e la visita a caccia del bruco fu di circa 30 gg. e in effetti dopo una minuziosa e attenta (per non danneggiare le piante in zona) ricerca ecco i primi bruchi in tutto il loro splendore.
Da mettere in evidenza è anche la tecnica adottata da questo insetto (e da molti altri) di difendersi non con il mimetismo, che normalmente confonde con l’ambiente circostante, ma bensì mettendosi in mostra con colori sgargianti sia nella larva che nell’adulto. Quei colori indicano ad eventuali predatori la tossicità del soggetto.
Per osservare la fase di sviluppo, abbiamo preso in considerazione un bruco che aveva già effettuato diverse mute, quindi piuttosto grande, e lo abbiamo seguito fino al momento in cui ha iniziato ad impuparsi. Alcune fasi di questo delicato momento sono visibili qui.
Non rimane che attendere quasi un anno, perché come già detto questa farfalla ha una sola generazione e quindi gli insetti che si imbozzolano generalmente ad aprile non si schiuderanno prima di marzo – aprile dell’anno successivo.
Nei mesi successivi non c’è stato nulla da fare, ogni tanto, per scrupolo, controllavamo che lo stato della crisalide non mutasse di colore o forma, ma come da manuale verso la metà di marzo abbiamo notato che la crisalide era diventata trasparente !!! Attraverso il rivestimento si intravedevano i colori dell’adulto.
Consci che da li alle prossime 24-48 ore lo sfarfallamento sarebbe avvenuto abbiamo intensificato i controlli, ma purtroppo è difficile cogliere l’attimo preciso della rottura del bozzolo e infatti una mattina abbiamo trovato l’insetto già sfarfallato.
Questa ricerca ci ha permesso di ammirare in tutto il suo splendore questa bella e rara farfalla.
Ultimo aggiornamento: 12-Giu-2017