Pratorondanino: rarità botaniche nell' Appennino Ligure
In una mattina di marzo, mentre cercavamo di fotografare nelle adiacenze del giardino botanico di Pratorondanino, fummo gentilmente invitati dagli operatori del centro (sigg. Sciaccaluga, Parodi e Chiocca) ad entrare e fare qualche scatto all’interno del perimetro cintato. Capimmo immediatamente la passione che animava le persone che operavano pressoil giardino.
In quell’occasione riuscimmo ad osservare le precoci fioriture delle scille, delle primule, di alcune ranuncolacee, degli ellebori e altro ancora in piena tranquillità ed inoltre, nonostante il gran da fare per sistemare i danni dell’inverno ad aiuole ed infrastrutture e rimettere in piedi la cartellonistica e la segnaletica che avrebbe guidato i futuri visitatori per visitare il giardino , essi trovarono il tempo di illustrarci gli aspetti più interessanti e per certi versi “nascosti” ovvero meno appariscenti di quest’area.
A seguito di quella visita ci venne l’idea di seguire e documentare in questo articolo, le successive fioriture.
Il Giardino Botanico di Pratorondanino viene gestito dalla GLAO (Gruppo Ligure Amatori Orchidee) per conto della Provincia di Genova attraverso una convenzione triennale. Si tratta comunque di Area Protetta (ai sensi della L.R. 12/95) istituita nel 1998 dalla Regione Liguria.
Si raggiunge in auto uscendo al casello di Masone (A26 Voltri-Gravellona Toce) prendendo a destra in direzione Masone e seguendo poi le indicazioni per Pratorondanino.
Il giardino è situato nel cuore dell’Appennino genovese e rientra nel comune di Campo Ligure ad un’altitudine di 750 mslm.
La cosa che più ci ha colpito è stata l’abilità degli addetti (coadiuvati dagli enti preposti) nel creare in uno spazio relativamente ristretto (6.000 mq) ambienti così diversi tra loro (roccera calcarea, silicica e serpentinosa, piante provenienti da ambienti freddi e ambienti desertici).
Il percorso comincia con la straordinaria fioritura del Rhododendron russatum, uno stupendo arbusto proveniente dalla Cina che a fine aprile inizia una copiosa fioritura di colore viola e nello stagno numerose piante di Osmunda regalis, una splendida felce.
Sotto una gigantesca conifera si nascondono alcuni dei tesori del giardino come il Cypripedium calceolus (specie rarissima) o il Cypripedium formosanum (dell’isola di Taiwan). Bellissime orchidee che fioriscono nel mese di maggio.
Subito nelle vicinanze si può osservare il Sigillo di Salomone (ginocchietto - Polygonatum odoratum) anch’esso non molto comune.
Nei pressi del centro didattico dove è possibile ammirare un particolare della flora fossile ligure (una palma dell’Oligocene di Santa Giustina) splendide fioriture di aquilegia colorano di blu, violetto e rosa le roccere insieme ai colori sgargianti della Androsace carnea, al bianco della Cephalanthera longifolia e il viola tenue della primula calcarata.
Le Saxifraghe e i sempervivum (circa 50 specie provenienti da tutto il mondo) trovano in questi habitat ricreati alla perfezione il loro ambiente ideale per sopravvivere e riprodursi: Saxifraga grisebachii, Sempervivum atlanticum, Sempervivum pittonii, Sempervivum rubicundus transilvania, Sempervivum tectorum, Sempervivum wulfenii, Sempervivum dolomiticum, Sempervivum flagelliformi, Sempervivum schlehani, Saxifraga arendsii.
Ci è stato spiegato ed abbiamo avuto modo di osservane che nelle roccere la sopravvivenza di molte piante è dovuta nella quasi totalità alle cure del personale che vigila costantemente per far sì che forme spontanee di vegetazione non danneggino questi preziosi esemplari.
I colori che vanno dal rosa deciso della Digitale rossa a al bianco della Campanula persicifolia sono una forte atrattiva per gli insetti come le farfalle e i bombi che contribuiscono alla vita di questo giardino impollinando i fiori.
L'arboreto è anch'esso di notevole pregio grazie alla presenza di alcune piante come la sequoia sempervivens e il ginkgo biloba che testimoniano la flora che popolava la terra in epoca remota.
L'Araucaria araucana o Pino del Cile o Albero della Scimmia (il nome deriva da quello degli indiani Araucania) nota in Europa a seguito della conquista spagnola del sud America, può raggiungere i 25 mt di altezza e raramente raggiunge i 100 anni di età. L'Araucanria araucana è un albero molto particolare (originariamente considerato un Pino e poi dal 1789 venne inserito nel genere Araucania) i cui fiori femminili e maschili si riproducono grazie al vento.
Sempre della famiglia delle Araucariaceae si può ammirare l'albero più antico e raro di tutti i tempi, il Wollemia nobilis conosciuto fino al 1994 solo come reperto fossile (fossili di circa 90 milioni di anni fà) e quindi considerato estinto. Fu scoperto da un guardiaparco nel Wollemi National Park (Australia). Come tale è da considerarsi un fossile vivente ossia un organismo (animale o vegetale) che presenta caratteristiche morfologiche primitive ed è soggetto ad un'evoluzione molto lenta.
Nei pressi di questo albero verso la fine di Aprile si può ammirare la fioritura della Fritillaria tenella con i suoi colori forti e decisi e della Fritillaria involucrata dai colori più tenui e delicati, fiori appartenenti alla familia delle Liliaceae.
Le piante carnivore come la Pinguicola o la Drosera rotundifolia si possono ammirare nei pressi del laghetto che nel periodo tra maggio e giugno si ricopre dei fiori di ninfea. Tutto intorno vi sono cespugli di menta acquatica e Iris gialli.
La fauna del laghetto è caratterizzata dalla rana temporaria, la rna ridibunda, il tritone crestato, la libellula depressa, la libellula quadrimaculata, e molti coenagrionidae che si possono ammirare mentre cacciano sull'acqua.
Per completare il quadro del magnifico laghetto non poteva mancare il Natrix natrix abile cacciatore di piccoli anfibi e urodeli.
Un aiuto tecnologico per la salvaguardia e il monitoraggio di quest'area giunge dall'installazione della nuova stazione metereologica.
Consigliamo vivamente una visita a questo sito a coloro che fossero interessati ad osservare da vicino specie difficilmente rintracciabili in natura. Si possono ammirare piante come la Stella Alpina o le piante carnivore che raramente si incontrano nei normali percorsi naturalistici, o alberi alti pochi cm come il Salix serpyllifolia e il Salix reticulata il tutto supportato dalle informazioni storico-scientifiche del personale e dalla cartellonistica informativo-didattica che si trova nel giardino.
Non soffermatevi quindi ad ammirare solamente i fiori nei loro colori sgargianti come il Lilium pomponium o le dimensioni impressionanti della sequoia, ma godetevi appieno e in tutta tranquillità le puculiarità di queste piante che troppo spesso crediamo di conoscere solo per averle viste su di un libro.
Ultimo aggiornamento: 12-Giu-2017