Un organismo molto particolare: il Fungo
Anche se sono reperibili più o meno tutto l’anno, la stagione che mette i funghi maggiormente in risalto è l’autunno.
Un po’ se vogliamo perché la natura man mano và a riposo, gli insetti non si vedono più, i fiori sono sempre più radi e invece i funghi aumentano clamorosamente a causa delle favorevoli condizioni climatiche, ovvero il caldo umido e le piogge che si intensificano nella stagione autunnale.
Questo quadretto forse fiabesco è quello che ci rimane impresso tutte le volte che attraversiamo un bosco nebbioso camminando su un fitto e spesso tappeto di foglie ingiallite dal quale emergono soltanto splendidi e colorati funghi.
In realtà scrivere qualcosa su questi organismi comuni, ma molto complessi ( al punto da aver reso necessaria la creazione, da parte di studiosi, di un regno apposito, quello dei funghi dal latino fungi) scaturisce proprio dalla curiosità e da alcune letture che ci hanno stimolato a vedere più nel dettaglio questi soggetti che sono studiati da millenni.
La prima cosa che abbiamo imparato è che la pianta (fungo) vera e propria è il micelio, formato da filamenti sottilissimi (le ife) che si sviluppano sottoterra, mentre quella esterna viene chiamata “frutto o carpoforo”, nel linguaggio comune si intende l’opposto. Il regno è ampiamente rappresentato da circa 100.000 specie, che sono caratterizzate da:
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Alimentazione eterotrofa.
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Completa mancanza di tessuti differenziati e di elementi conduttori.
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Sistema riproduttivo attraverso elementi detti spore e non attraverso uno stadio embrionale come avviene per animali e piante.
Nell’attenta osservazione di questo regno c’è da rimanere molto affascinati per come le forme, i colori e le dimensioni siano estremamente variabili. Troviamo cappelli e gambi di forme, colori e dimensioni veramente varie.
Ci sono funghi di dimensioni ridottissime (neanche un cm) e di dimensioni ragguardevoli (oltre il chilo di peso con cappello di oltre 30 cm!!), anche la parte sottostante il cappello (che contiene le spore) è formata da lamelle di varie dimensioni e colori o pori (tipo una spugna) molto particolari e curiosi da osservare.
I funghi vengono suddivisi in tre principali categorie nutrizionali:
Funghi Saprofiti: ovvero quelli che si sviluppano su residui vegetali in fase di decomposizione, tipo rami, ceppi marcescenti e foglie del sottobosco. Alcuni spuntano anche su letame di erbivori. Ne esistono anche Necrofili: vivono su animali morti, ma non ne abbiamo mai incontrati.
Funghi Parassiti: al contrario di quelli precedentemente descritti vivono su vegetali vivi. Le spore di questi funghi sono trasportate dal vento o da insetti che scavano sotto le cortecce.
Funghi Simbionti: sono numerosi e forse i più famosi sono boleti (come il porcino) e amanite. Questi funghi devono fare si che le loro ife incontrino le radici degli alberi vicino ai quali si insediano. Questo fenomeno prende il nome di simbiosi micorrizica.
E’ affascinante osservare la simbiosi micorrizica, a volte è indispensabile anche per la pianta, è questo il caso di alcune orchidee che in embrione non sono in grado di attivare la fotosintesi, quindi nel periodo che si nutrono di sostanze in decomposizione hanno bisogno di funghi da cui attingere.
Appena sono un po’ cresciute le orchidee sviluppano le capacità fotosintetiche e quindi non hanno più bisogno del rapporto simbiotico.
Inutile descrivere i caratteri principali di tutte le classi che compongono il regno dei fungi, in questo articolo ci interessiamo soltanto di quelli che rientrano nei gruppi: Basidiomiceti e Ascomiceti, tanto per fare un esempio al gruppo (basidiomiceti) appartengono tutti i funghi con il caratteristico cappello mentre quello: (ascomiceti) vanno ascritti quelli più strani come le SPUGNOLE e i TARTUFI.
Tutti i funghi si riproducono rilasciando spore nel terreno, e sono caratterizzati dalla capacità di svilupparsi senza essere fecondati. In alcuni casi i funghi emettono spore in grande quantità (altrimenti non visibili ad occhio nudo), come nel caso del Geastrum che ha un sacco sporale che siamo riusciti ad immortalare mentre emette una grande quantità di spore (non è stato per nulla semplice !!!), ma l’effetto ottenuto (sembra un vulcano) rende l’idea della tecnica di dispersione che adottano questi funghi rispetto a quelli con le lamelle dalle quali le spore cadono sul terreno.
Alcuni funghi presentano caratteristiche particolari, come i lattari (Lactarius) il cui nome è attinente al latte, il quale fuoriesce sotto forma di microgoccioline non appena il fungo stesso viene sezionato.
A differenza del suolo sul quale crescono il latte che ne fuoriesce è di colorazione diversa. Il lattice del Lactarius può essere colorato di rosso o arancione o bianco.
I funghi sono molto graditi ad alcune specie di larve di ditteri che ne compromettono la loro integrità, in genere si tratta di Mycetophilidae i cosiddetti "moscerini dei funghi" (fungus gnats in inglese), in quanto le larve hanno, in generale, un regime dietetico micetofago.
Come molte altre forme di vita, i funghi vantano testimonianze della loro esistenza molto antiche, esistono ritrovamenti databili al Carbonifero (un epoca che risale a trecento milioni di anni fa). In Italia e precisamente in Veneto abbiamo una testimonianza fossile di Agaricus che risale a ventimila anni fa.
CURIOSITA’ La misteriosa biologia del fungo ha attirato l'interesse dell'uomo fin dai tempi più remoti, i primi documenti su alcune specie fungine risalgono alla lontana civiltà greca e, già da quei lontani tempi, erano particolarmente temuti e guardati con sospetto perché ritenuti velenosi.
In seguito poi, col dipanarsi dei secoli, entrarono nel folclore popolare con versioni poetiche e leggende fantastiche. Secondo una di queste i funghi sarebbero nati dalle briciole di pane cadute in un bosco da due pagnotte che Gesù e San Pietro stavano sbocconcellando mentre camminavano nella foresta; le due pagnotte erano, l'una bianca e l'altra nera, e le briciole cadute originarono i funghi Buoni e quelli Velenosi.
Una raccomandazione, da appassionati della natura, è quella di evitare lo stravolgimento del sottobosco, e anche l’inutile distruzione dei funghi velenosi che si incontrano. Per la raccolta bisogna sempre usare un contenitore forato, il classico cestino và benissimo, per permettere la corretta dispersione delle spore. Da evitare il sacchetto di plastica che oltre a bloccare le spore innesca rapidi processi di fermentazione.
Ultimo aggiornamento: 24-Ago-2017